I libri del Corriere della Sera
L'ora più buia di Anthony McCarten
Uscita Nº 1 del 30/11/2024
Periodicità: Aperiodico
Editore: RCS MediaGroup
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9,90 €
Descrizione
Eroe di guerra. Patriota. Ubriacone. Imperialista. Politico. Depresso. Scrittore. Visionario. Aristocratico. Voltagabbana. Pittore.
Nel maggio del 1940 queste erano solo alcune delle credenziali con cui Winston Spencer Churchill si presentava alla Camera dei Comuni per assumere l’incarico di primo ministro del Regno Unito. La nazione era in guerra da otto mesi e le cose non stavano andando affatto bene. Più che un nuovo capo del governo, il paese invocava un condottiero, e pochi, in quei giorni cupi, avrebbero scommesso sull’ormai sessantacinquenne primo lord dell’Ammiragliato. Bastarono invece quattro settimane perché i sudditi di Sua Maestà scoprissero in lui il grande leader, il comandante in grado di salvare l’esercito britannico dalla catastrofe di Dunkerque e di decidere così le sorti del conflitto. Eppure, nei giorni drammatici in cui le inarrestabili armate tedesche sembravano pronte a sferrare il colpo finale contro la Gran Bretagna, nella sala del Gabinetto di guerra Churchill meditava seriamente sulla possibilità di avviare trattative di pace con Hitler. Con L’ora più buia lo scrittore e sceneggiatore Anthony McCarten ricostruisce gli eventi di quelle settimane, restituendoci un’immagine di Churchill del tutto inedita, lontana dall’icona dello statista sicuro di sé e certo della vittoria. Fu in quei giorni tormentati che Churchill ruppe gli indugi, respinse ogni ipotesi di trattativa e rivolse alla nazione uno dei discorsi più celebri di tutti i tempi, utilizzando quella che allora sembrava essere l’unica arma a sua disposizione: le parole. Quel discorso non fu soltanto un magnifico saggio di arte oratoria, ma, soprattutto, fu il suo modo di restare dalla parte giusta della Storia.
Nel maggio del 1940 queste erano solo alcune delle credenziali con cui Winston Spencer Churchill si presentava alla Camera dei Comuni per assumere l’incarico di primo ministro del Regno Unito. La nazione era in guerra da otto mesi e le cose non stavano andando affatto bene. Più che un nuovo capo del governo, il paese invocava un condottiero, e pochi, in quei giorni cupi, avrebbero scommesso sull’ormai sessantacinquenne primo lord dell’Ammiragliato. Bastarono invece quattro settimane perché i sudditi di Sua Maestà scoprissero in lui il grande leader, il comandante in grado di salvare l’esercito britannico dalla catastrofe di Dunkerque e di decidere così le sorti del conflitto. Eppure, nei giorni drammatici in cui le inarrestabili armate tedesche sembravano pronte a sferrare il colpo finale contro la Gran Bretagna, nella sala del Gabinetto di guerra Churchill meditava seriamente sulla possibilità di avviare trattative di pace con Hitler. Con L’ora più buia lo scrittore e sceneggiatore Anthony McCarten ricostruisce gli eventi di quelle settimane, restituendoci un’immagine di Churchill del tutto inedita, lontana dall’icona dello statista sicuro di sé e certo della vittoria. Fu in quei giorni tormentati che Churchill ruppe gli indugi, respinse ogni ipotesi di trattativa e rivolse alla nazione uno dei discorsi più celebri di tutti i tempi, utilizzando quella che allora sembrava essere l’unica arma a sua disposizione: le parole. Quel discorso non fu soltanto un magnifico saggio di arte oratoria, ma, soprattutto, fu il suo modo di restare dalla parte giusta della Storia.